09/03/10

Dal bruco alla farfalla

Che ne dite di questa analisi ? Attualissima, non vi pare ? Inframezzate, in neretto, le mie note.

Una sola preoccupazione spinge a costruire programmi nuovi o a modificare quelli che già esistono: la preoccupazione dell'esito delle prossime elezioni. Non appena nella testa di questi giullari del parlamentarismo balena il sospetto che l'amato popolo voglia ribellarsi e sgusciare dalle stanghe del vecchio carro del partito, essi danno una mano di vernice al timone.
Allora vengono gli astronomi e gli astrologhi del partito, i cosiddetti " esperti " e " competenti ", per lo più vecchi parlamentari che, ricchi di esperienze politiche, rammentano casi analoghi in cui la massa finì col perdere la pazienza, e che sentono avvicinarsi di nuovo una minaccia dello stesso genere. E costoro ricorrono alle vecchie ricette, formano una " commissione ", spiegano gli umori del buon popolo, scrutano gli articoli dei giomali e fiutano gli umori delle masse per conoscere che cosa queste vogliano e sperino, e di che cosa abbiano orrore. Ogni gruppo professionale, e perfino ogni ceto d'impiegati viene esattamente studiato, e ne sono indagati i più segreti desideri.

Come non ravvedere in questo " quadretto " appena dipinto, Berlusconi e la sua ossessione per i sondaggi ?

Di regola, in questi casi diventano maturi per l'indagine anche " i soliti paroloni " della pericolosa opposizione e non di rado, con grande meraviglia di coloro che per primi li inventarono e li diffusero, quei paroloni entrano a far parte del tesoro scientifico dei vecchi partiti, come se ciò fosse la cosa più naturale del mondo. Le commissioni si adunano e “rivedono“ il vecchio programma e ne foggiano le loro convinzioni come il soldato al campo cambia la camicia, cioè quando quella vecchia è piena di pidocchi.
Nel nuovo programma, è dato a ciascun il suo. Al contadino è data la protezione dell'agricoltura, all'industria quella dei suoi prodotti; il consumatore ottiene la difesa dei suoi acquisti, agli insegnanti vengono aumentati gli stipendi, ai funzionari le pensioni. Lo Stato provvederà generosamente alle vedove e agli orfani, il commercio sarà favorito, le tariffe dei trasporti saranno ribassate, e le imposte, se non verranno abolite, saranno però ridotte.

Il cavallo di battaglia buono per tutte le stagioni : abbassare le tasse !

Talvolta avviene che un ceto di cittadini sia dimenticato o che non si faccia luogo ad una diffusa esigenza popolare. Allora si inserisce in gran fretta nel programma ciò che ancora vi trova posto, fin da quando si possa con buona coscienza sperare di avere colmato l'esercito dei piccoli borghesi e delle rispettive mogli, e di vederlo soddisfatto. Così, bene armati e confidando nel buon Dio e nella incrollabile stupidità degli elettori, si può iniziare la lotta per la " riforma " (come si vuol dire) dello Stato.

E' tempo di attuare le riforme...

Quando poi il giorno delle elezioni è passato e i parlamentari del quinquennio hanno tenuto il loro ultimo comizio, per passare all'addomesticamento della plebe all‘adempimento dei loro più piacevoli compiti, la commissione per il programma si scioglie. E la lotta per il nuovo stato di cose riprende le forme della lotta per il pane quotidiano: presso i deputati, questo si chiama " identità parlamentare ".

Ovvero passata la festa, gabbato lo santo

Ogni mattina, il signor rappresentante del popolo si reca alla sede del Parlamento; se non vi entra, almeno si porta fino all‘anticamera dove è esposto l'elenco dei presenti. Ivi, pieno di zelo per il servizio della nazione, iscrive il suo nome e, per questi continui debilitanti sforzi, riceve in compenso un ben guadagnato indennizzo. Dopo quattro anni, o nelle settimane critiche in cui si fa sempre più vicino lo scioglimento della Camera, una spinta irresistibile invade questi signori. Come la larva non può far altro che trasformarsi in maggiolino, così questi bruchi parlamentari lasciano la grande serra comune ed, alati, svolazzano fuori, verso il caro popolo. Di nuovo parlano agli elettori, raccontano dell'enorme lavoro compiuto e della perfida ostinazione degli altri; ma la massa ignorante, talvolta invece di applaudire li copre di parole grossolane, getta loro in faccia grida di odio. Se l'ingratitudine del popolo raggiunge un certo grado, c'è un solo rimedio: bisogna rimettere a nuovo lo splendore del partito, migliorare il programma; la commissione, rinnovata, ritorna in vita e l‘imbroglio ricomincia. Data la granitica stupidità della nostra umanità, non c'è da meravigliarsi dell'esito. Guidato dalla sua stampa e abbagliato dal nuovo adescante programma, l'armento " proletario " e quello " borghese " ritornano alla stalla comune ed eleggono i loro vecchi ingannatori. Con ciò, l‘uomo del popolo, il candidato dei ceti produttivi si trasforma un'altra volta nel bruco parlamentare e di nuovo si nutre delle foglie dell'albero statale per mutarsi, dopo altri quattro anni, nella variopinta farfalla.

- Il parlamentare, con i suoi attacchi di febbre ricorrente al " calar delle elezioni ", intervallati dalla pigrizia a pancia piena ed il rutto di chi non ha un cazzo da fare tutto il giorno, è uguale ad ogni latitudine !
Se qualche marxista-leninista mi sta leggendo, e fregandosi le mani si meraviglia della mia apparente critica a Berlusconi , sebbene i vizi dei parlamentari siano assolutamente equamente distribuiti fra destra e sinistra (equamente forse no... Marrazzo, Boffo, Vendola, Pecoraro Scanio, Luxuria... ), e proprio perchè di estrema sinistra egli condivida appieno quanto sopra scritto... quando svelerò l'autore, sorriderà un po' meno.
Si perchè questa feroce ed impietosa critica a " Berlusconi " ed al parlamentarismo in generale, è stata scritta nel 1925... da un certo Adolf Hitler . " Mein Kampf ", capitolo primo, Weltanschaung e Partito...
Poi dite che il cavaliere è fascista...