02/05/13

La curva di Laffer

Cito : " Gli effetti negativi della pressione fiscale sugli incentivi a risparmiare e a produrre sono oggetto di attente analisi da parte delle scuole economiche neoliberiste, che sostengono la necessità di ridurre il carico tributario per favorire lo sviluppo e l’offerta di lungo periodo (economia dell’offerta).
Tali effetti sono stati sintetizzati dall’economista americano Laffer in una rappresentazione grafica (nota appunto come curva di Laffer) per dimostrare che, oltre certi limiti, l’aumento della pressione fiscale è controproducente non solo per lo sviluppo dell’economia ma anche per la stessa finanza pubblica, in quanto genera una diminuzione delle entrate.
Sull’asse delle ascisse viene rappresentata l’aliquota, cioè la percentuale di ricchezza prelevata mediante l’imposizione, e sull’asse delle ordinate il gettito, cioè le entrate che affluiscono all’erario a seguito del prelievo. Ad aliquota zero il gettito, ovviamente, è nullo; a mano a mano che l’aliquota aumenta, si ha un incremento dell’entrata fiscale, fino a un punto massimo oltre il quale l’aumento della pressione produce effetti negativi.
In pratica i cittadini, quando si rendono conto di dover versare allo Stato una parte considerevole della ricchezza prodotta, tendono a ridurre le proprie attività oppure le svolgono in modo da evadere le imposte. Quando ciò accade, ad ogni aumento dell’aliquota corrisponde una diminuzione dell’entrata fiscale. Ne deriva che lo Stato, gravando l’economia con imposte molto elevate, ottiene lo stesso gettito ricavabile da una pressione più leggera."
Ed ecco qui la famosa curva...
Aggiungerei che oltre a ridurre le proprie attività ed evadere le imposte, oltre una certa soglia, i cittadini si SUICIDANO proprio, e le imprese FALLISCONO a ripetizione.
Meno liquidità, meno volume di affari e di conseguenza meno gettito fiscale, non ci vuole mica un genio per arrivarci...
Però quel decerebrato di Monti (laureato alla Bocconi) ha qualche problemino con l'aritmetica, così come le varie organizzazioni internazionali, a partire dal FMI, passando per l'OCSE, per finire con la UE.
Fateci caso, appena c'è un attimo di tregua, e lo spread si abbassa, ecco qualche agenzia prezzolata del cazzo o qualche euro-coglione tedesco che "raccomandano" l'Italia di proseguire sul risanamento dei conti pubblici, leggasi inasprire la tassazione.
Se l'imprenditore italiano, carico di tasse, non ce la fa ad andare avanti, tanto meglio per il tedesco, che fra l'altro ottiene finanziamenti a tassi bassissimi. E' un circolo vizioso, col risultato che alla fine della circonferenza ce lo prendiamo nel culo !
Chissà se questa genia di rossi arriverà a capire la difficilissima equazione differenziale a 32 incognite con valenza matriciale che quella curva rappresenta...