02/03/12

Razze e gruppi sanguigni


Mi è venuto sotto le mani un prospetto dell'AVIS, e ho dato un'occhiata alla tabella soprastante (cliccandoci sopra la vedete meglio) : sono rimasto sbalordito ! Facciamo qualche piccola considerazione ?
Salta subito all'occhio che la popolazione dell'Italia settentrionale e quella dell'Italia centrale sono praticamente sovrapponibili; le percentuali dei vari gruppi sanguigni, sono distribuite in modo quasi identico. Scarti al massimo dell'1%.
Le cose non stanno affatto così esaminando la distribuzione dei gruppi sanguigni nella popolazione dell'Italia meridionale. Solo la percentuale degli individui con gruppo sanguigno 0 è molto simile a quella del resto d'Italia, ma negli altri gruppi sanguigni ci sono differenze impressionanti !
Il gruppo A precipita dal 44-45% al 19%... il gruppo B è addirittura più frequente del gruppo A, passando dall'11-12% a ben il 28%. E' notevole anche la percentuale di gruppo AB. Il gene che codifica per il gruppo B, presente negli individui del gruppo B e AB, complessivamente è presente nel 40% della popolazione (28% + 12%), mentre nel resto d'Italia arriva al 16%...
Dato che si sta parlando di milioni di persone le differenze sono statisticamente enormemente significative. Ma significative di che ? E qui viene il bello...
Per chi desidera studiare l'importanza dell'analisi dei gruppi sanguigni nelle popolazioni, per capire l'origine e le migrazioni, consiglio, fra i tanti, questo LINK .
Alla buona... il gruppo 0 è il più antico, all'inizio eravamo tutti di gruppo 0. Poi, per mutazione è arrivato il gruppo A tra 25000 e 15000 anni fa. Era connesso col passaggio dalla vita nomade-cacciatrice all'agricoltura. Il gruppo B comparve tra 15.000 e 10.000 anni fa, connesso con le grandi migrazioni nomadi, con cambiamenti climatici ed adattamenti alimentari. Ha una genesi orientale. Il gruppo AB, il più recente, deriva dalla mescolanza dei gruppi A e B.
Bene, ogni gruppo sanguigno ha quindi la sua "storia" e le sue origini. E adesso passiamo al concetto di razza ! Vogliamo eliminarlo totalmente ? Perfettamente d'accordo, per quanto il concetto di razza INEVITABILMENTE, anche nella letteratura scientifica più politically correct, ritorna a galla sotto vari termini : gruppo, etnia, ceppo. Ma se tutti NON siamo uguali, e non lo siamo, la differenza sta appunto nel nostro patrimonio genetico. Frutto di mutazioni, migrazioni, segregazioni, pressione selettiva, differenze ambientali, tutto quello che volete.
Come due individui sono più o meno apparentati, a seconda della vicinanza genetica, così due popoli, gruppi, comunità, presentano raggruppamenti genetici più o meno simili. Tanto è vero che dall'analisi dei gruppi sanguigni, cioè in definitiva dall'analisi dei geni che fanno sì che il globulo rosso presenti sulla superficie determinate caratteristiche (antigeni), si possono dedurre le origini, gli spostamenti, le mescolanze, in una parola la storia, di intere popolazioni.
Sebbene ciascun individuo possa presentare qualsiasi gene, e ciò è ancora più possibile oggi che in passato, per la facilitazione degli spostamenti, è anche vero che analizzando un gruppo più o meno vasto, cioè la distribuzione dei geni presenti nel patrimonio genetico, posso individuarne l'origine e la maggiore o minore somiglianza con altri gruppi. Posso capire se questi due gruppi si sono mescolati, o se uno è rimasta abbastanza intatto, e di conseguenza se sono abbastanza vicini, AFFINI.
La popolazione dell'Italia meridionale è NOTEVOLMENTE diversa dal resto d'Italia, frutto di invasioni, migrazioni, emigrazioni, quello che volete. Sono abbastanza DIVERSI, anche se sono più simili al resto d'Italia, chessò... dei Lapponi, o degli aborigeni australiani.
Non ho detto inferiori, ho detto diversi... del resto non c'era bisogno di questi studi per capirlo...
Uno potrebbe dirmi : tutta sta pappardella per cosa ? Si sa che i meridionali hanno più frequentemente la pelle scura o i capelli ricci, che sono mediamente più bassi e via dicendo. Sì... ma quello che poteva essere considerato un luogo comune, un'impressione, qui è quantificato con estrema precisione.
Il fatto su cui "casca " l'asino è il successivo passo, cioè l'ammettere differenze genetiche su praticamente qualsiasi caratteristica TRANNE che su quelle più "nobili" : intelligenza, carattere, attitudini psicologiche e via dicendo. E qui lo spartiacque tra "razzisti" e "non-razzisti" è enorme.
Tutto è determinato dai geni, perchè tramite la loro opera vengono sintetizzate tutte le proteine che ci costituiscono, ma questo, per i "non-razzisti", non può assolutamente avere alcuna influenza sulle attitudini globalmente definite "psicologiche".
Ovvio che l'ambiente ha un'influenza sull'intelligenza. Se Einstein fosse vissuto in una capanna, al buio più completo, sarebbe diventato un deficiente. Ma per quanto stimolato precocemente, un Down non può superare certi livelli intellettivi, e nell'eterna disputa sull'importanza, in percentuale, tra ereditarietà ed ambiente, col tempo la bilancia si sposta sulla prima. Questo perchè se è vero che probabilmente l'intelligenza è il frutto dell'interazione di numerosi geni, come del resto lo è l'altezza (!), il fatto che non esista un unico gene, non vuol dire che l'intelligenza non sia geneticamente determinata.
E così possono esistere determinate "costellazioni" genetiche che determinano più o meno qualsiasi aspetto della psiche dell'individuo. Fermo restando l'interazione con l'ambiente e la cultura che ci circonda.
Lascio aperta la disputa e non pretendo di essere dalla parte della ragione. Però, tornando a casa nostra, esiste uno "hiatus" ben preciso e marcato. E' molto significativo il fatto che non ci sono differenze genetiche graduali, non c'è l'aumento (o diminuzione) progressivo, in determinate percentuali, andando verso Nord (o verso Sud). L'Italia settentrionale e centrale sono praticamente identiche, ed improvvisamente ci si trova di fronte ad un popolo, i meridionali, notevolmente diverso... perfino nei gruppi sanguigni !
Ecco spiegato l'eterno problema di questa nazione : l'integrazione non solo fra realtà culturali differenti, fra individui con attitudini ed atteggiamenti verso la vita a volte opposti, ma proprio fra POPOLI diversi, geneticamente molto diversi.